giovedì 7 marzo 2013

Tuteliamo la Vaccarella dei pescatori


 
PETIZIONE PER TUTELARE VACCARELLA ED I SUOI PESCATORI DALL’ESPANSIONE ULTERIORE DEI PONTILI GALLEGGIANTI (PORTICCIOLI TURISTICI)

Ill. ma Sovrintendenza di Messina
U.O. 11 - beni etnoantropologici

e p.c. Ill.mo sig. Sovrintendente ai BB. CC. AA. di Messina
e p.c. Ill.mo sig. Sindaco di Milazzo

Oggetto: borgo marinaro di Vaccarella (Milazzo). Richiesta di vincolo etnoantropologico. Lettera aperta.

PREMESSO che il TAR di Catania (presidente Ferlisi, consiglieri Guizzardi e Savasta) con la sentenza n. 03250/2011ha accolto - come si legge nel comunicato stampa diffuso online dal Comune di Milazzo nel proprio sito internet in data 11 gennaio 2012 - il «ricorso presentato dalla coop. Kabiria di Milazzo, rappresentata dall’avv. Franca Patrizia Formica, avverso il provvedimento di revoca della concessione demaniale da parte dell’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente per la realizzazione in un’area del rione di Vaccarella di pontili galleggianti per l’ormeggio di imbarcazioni e servizi a terra». Nel comunicato si legge altresì che il TAR ha accolto le ragioni della Kabiria, «annullando la nota emessa dalla Regione – assessorato al Territorio ed Ambiente – il 10 agosto 2010, che revocava la concessione demaniale marittima per il mantenimento di un’area di 2575 mq di specchio acqueo e di 250 mq di area a terra, per il posizionamento di pontili galleggianti».

CONSIDERATO che nel territorio di Milazzo sono stati già impiantati tre porticcioli turistici con pontili galleggianti e che ben due di essi sono stati ubicati nel pittoresco borgo marinaro di Vaccarella, dotando senza alcun dubbio di notevoli servizi il comparto della locale nautica da diporto e contribuendo non poco a rafforzare l’immagine turistica alla Città di Milazzo, sottraendo però, nel contempo, spazio vitale alla millenaria laboriosità dei pescatori milazzesi, anima e cuore pulsante di questo borgo marinaro, in cui le fatiche quotidiane degli stessi pescatori rappresentano, altrettanto indubbiamente, un patrimonio etnoantropologico di straordinaria importanza nel contesto urbano.

CONSIDERATO altresì che nel breve tratto di spiaggia rimasto a disposizione dei pescatori di Vaccarella dopo l’istituzione dei suddetti pontili galleggianti è possibile assistere, giorno dopo giorno, a gesti antichi ed affascinanti (pescatori intenti a preparare “conzi”, a cucire “battùgghi”, a «‘mbasàre lacciàre», etc.) intimamente legati alla storia ed all’identità del luogo, gesti cui non mancano di soffermarsi cittadini e turisti intenti a passeggiare nel borgo marinaro, dove, proprio nella porzione di mare interessata dalla concessione della ditta Kabiria, è possibile assistere altresì al calo della lacciara nell’ultima “posta” (specchio d’acqua in cui si cala la rete, ndr) sopravvissuta a Vaccarella dopo l’avvento dei moderni pontili galleggianti: un filmato caricato su Youtube e girato la scorsa estate, durante il calo della “lacciàra” in tale posta, mostra come appunto i passanti non manchino di sostare per osservare i pescatori intenti a catturare le proprie prede in quest’ultimo angolo di mare “sopravvissuto” per la pesca di colorite, cavagnole ed altre varietà di pesci.

RITENUTO pertanto che con la concessione alla ditta Kabiria scomparirebbe l’ultima “posta” di Vaccarella, borgo marinaro da sempre dedito alla pesca, nel cui mare pertanto non si potrà più pescare un solo pesce con la lacciara.

RITENUTO altresì che il tratto di spiaggia sottratto ai pescatori è teatro quotidiano di quei gesti antichi (il lavoro dei pescatori) che bene si raccorderebbero all’istituendo “Museo del Mare e delle Attività Marinare”, che il Comune di Milazzo sta allestendo nel fabbricato in stile neogotico denominato “Ex Asilo Calcagno” e posto proprio dirimpetto alle porzioni di spiaggia e di mare concesse alla Kabiria.

CONSIDERATO pertanto che la suddetta concessione alla Kabiria andrebbe a penalizzare l’istituzione del museo comunale, di cui peraltro sono stati appena acquisiti tutti i pareri sul progetto esecutivo e per il quale lo stesso Comune ha avanzato, unitamente ai lavori di completamento della cittadella fortificata, istanza di finanziamento: in sostanza l’istituendo museo, che nelle intenzioni degli amministratori comunali dovrebbe arricchire la tradizione marinara ancora esistente, rischierebbe di perdere irrimediabilmente il suggestivo ambiente circostante, fatto di pesca e di pescatori, oltre che di storia e tradizioni, vanificando di conseguenza lo spirito della progettualità comunale.

RITENUTO che il borgo di Vaccarella è costituito non solo da barche, da reti e da pescatori, ma anche da un insieme affascinante di tradizioni e beni immateriali che per la loro storia e valore intrinseco non possono non meritare la tutela di questa Sezione Etnoantropologica della Sovrintendenza.

CONSIDERATE ancora le parole recentemente pronunciate dall’ex presidente dell’Ente Teatro di Messina on. Luciano Ordile, da sempre impegnato per la salvaguardia dei beni etnoantropologici: «La Sicilia è stata una grande antesignana nel riconoscimento e nella tutela dei beni immateriali: ne è una dimostrazione la legge 116 del 1977. E nel resto d’Italia non esisteva nessuna altra legge che si occupasse in questo modo dei beni qui trattati. Una delle prime tradizioni vincolate come bene etnoantropologico dalla regione Sicilia è stata la Vara di Messina; l’insieme di elementi (materiali e non) che la compongono costituiscono un perfetto esempio di bene immateriale. Cosa c’è di più tradizionale per i messinesi della processione della Vara? Una simile manifestazione di cultura popolare potrebbe andare persa, un giorno, ma non se è stata vincolata dalla regione come bene etnoantropologico. È la riscossa del popolo, di tutti quei costumi e usi che un tempo ci avrebbero fatto vergognare, e che ora vivono la loro rivincita nell’affermare la nostra identità di siciliani» (cfr. www.ilcarrettinodelleidee.com).

CONSIDERATO infine che il borgo marinaro di Vaccarella è stato recentemente oggetto di approfondite ricerche storiche ed etnoantropologiche, in parte già pubblicate da studiosi locali.

TUTTO CIO’ PREMESSO gli scriventi chiedono a questa on. Sovrintendenza di apporre il vincolo etnoantropologico sul borgo marinaro di Vaccarella al fine di salvare quanto rimane della sua millenaria tradizione, che merita di essere salvaguardata e non smembrata ulteriormente con l’istituzione di nuovi pontili galleggianti.
Gli scrivente invitano altresì questa on. Sovrintendenza a  riesaminare, alla luce di tale proposta, la concessione demaniale di cui si è fatto cenno in premessa, peraltro interessata recentemente da sequestro giudiziario.

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