giovedì 7 marzo 2013

Proposta per un utilizzo razionale del Castello di Milazzo


 

I recenti lavori eseguiti entro il Castello hanno restituito ai Milazzesi numerosi vasti ed eleganti contenitori entro cui organizzare in futuro svariate esposizioni museali e manifestazioni congressuali. Scopo di questo intervento è proprio quello di proporre alcune utilizzazioni razionali di tali locali, secondo criteri rigorosamente rispettosi della storia e dell’identità dei luoghi, peraltro tenendo ben presenti le difficoltà in cui versano le dissestate casse comunali.

A mio avviso, non può e non deve passare in secondo piano un dato di fatto: a 5 anni dalla fine dell'era Italiano, il Castello continua a trovarsi nelle stesse identiche condizioni del 2010: grandi stanzoni restaurati, ma miseramente ancora vuoti. Nessuna attrattiva permamente in grado di accogliere e distrarre i turisti anche nei periodi invernali. Al turista che si reca al Castello in un freddo giorno di febbrario, ad esempio, non rimane altro che gustare soltanto le architetture del bene culturale. Nessuna iniziativa duratura, nessuna esposizione museale permanente.
Si propone pertanto in primo luogo la revoca di qualsivoglia convenzione siglata in passato dal Comune con privati o con associazioni culturali al fine di assicurare la gestione dell’intero complesso fortificato, ancorché a titolo esclusivamente gratuito, qualora tale gestione sia stata affidata prescindendo dai canoni del buon senso, tra tutti l’esperimento di una pubblica gara.

Si prevede quindi la rimodulazione del ticket d’ingresso, destinandolo esclusivamente alle spese di manutenzione ordinaria (costi di giardinaggio, spese di pulizia periodica di servizi igienici ed altri ambienti interni, manutenzione impiantistica, implementazione videosorveglianza interna etc. etc) e a quelle necessarie per l'acquisto di cartellonistica turistica e strutture espositive da allestire entro lo stesso Castello. Va inoltre rimodulata la esagerata previsione di entrata (incassi ticket) quantificata negli ultimi bilanci di previsione. Giardinaggio e pulizia garantiranno così un servizio decoroso e dignitoso ai visitatori del maniero, ben lontano dagli standard cui ci siamo purtroppo abituati negli ultimi anni con gli scavi archeologici – che hanno riportato alla luce l’antico abitato della città murata – completamente avvolti e nascosti dalle erbacce, le quali, dirimpetto alla cinquecentesca Cinta Spagnola, oltre a compromettere l’efficacia dei potenti faretti dell’illuminazione artistica, rischiano, a contatto col calore degli stessi faretti, di provocare un devastante incendio.

Si propone ancora di emendare, prima che sia troppo tardi, la scellerata richiesta di finanziamento europeo, già avanzata dall’Amministrazione Comunale in carica, che prevede la costruzione di un grande teatro all’aperto, che costerebbe alla collettività oltre quatto milioni e mezzo di euro. In questi tempi di crisi e di dissesto impiantare una tale struttura significherebbe costruire una vera e propria cattedrale nel deserto, visto che il Comune, al momento, non solo non ha il denaro necessario per allestire un solo spettacolo, ma non riesce nemmeno a garantire il pagamento dell’utenza elettrica del Teatro Trifiletti, miseramente chiuso per mancanza di fondi. Peraltro gli oltre 4.500.000 di euro sono stati sottratti al restauro di gran parte della cittadella fortificata, i cui ambienti più antichi e suggestivi – tra tutti la quattrocentesca Cinta Aragonese e le cinquecentesche gallerie di contromina dei bastioni di S. Maria e delle Isole – mai sottoposti ad intervento di restauro, rischiano di andare irrimediabilmente perduti. Rinunciando ad un teatro all’aperto, in cui non avremo il piacere nel corso del prossimo decennio di poter assistere ad un solo spettacolo (viste anche le difficoltà finanziarie in cui versano l’Assessorato Regionale al Turismo e Spettacolo e la Provincia Regionale di Messina, prossima al default), si potranno così appaltare i lavori necessari per il completamento dei restauri dello stesso Castello.
Quanto di seguito elencato tende inoltre a modificare radicalmente precedenti costosi progetti di destinazione d’uso delle singole porzioni della cittadella fortificata. Progetti che non potranno mai trovare applicazione nell’immediato, vista la carenza di fondi finanziari nelle dissestate casse comunali. Si propongono pertanto le seguenti modalità di utilizzo, che non comportano impegni di spesa a carico del bilancio comunale.

MONASTERO DELLE BENEDETTINE (impropriamente denominato “Palazzo dei Giurati”).
 da destinare a:

 - MUSEO DELLA CITTA' MURATA 
- MUSEO DELLA TONNARA
- esposizioni temporanee e convegni

Si propone di istituire al suo interno (precisamente al primo piano) il Museo della Città Murata, uno spazio espositivo in cui raccogliere tutti i reperti rinvenuti entro la cittadella fortificata dagli anni Trenta del Novecento ad oggi. Il Museo dovrebbe sostanzialmente riproporre, ampliandone e migliorandone i contenuti, la mostra permanente allestita qualche anno fa nella Sacrestia del Duomo antico a cura della Società Milazzese di Storia Patria.
Tale spazio museale raccoglierebbe perlopiù i reperti restituiti dal piano di calpestio della cittadella fortificata e rinvenuti dai soci del suddetto sodalizio nel triennio 2003/05. Il Museo verrebbe ulteriormente arricchito dai reperti rinvenuti dalla Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina nel corso dei recentissimi scavi archeologici eseguiti nello spazio antistante il bastione delle Isole: una serie di reperti, quelli rinvenuti nel 2009 dalla sezione archeologica della Sovrintendenza di Messina, che in parte è stata già esposta nell’Antiquarium “Domenico Ryolo” di via Impallomeni nel maggio 2011, quando i visitatori hanno potuto ammirare ceramiche, stoviglie, pipe in terracotta e numerosi altri oggetti di uso quotidiano risalenti perlopiù all’età moderna.
Tornando all’esposizione della Società Milazzese di Storia Patria, conviene ricordare che si tratta di una ricchissima raccolta di reperti di vario tipo, come le circa duecento monete antiche, databili tra l’età classica e gli anni più recenti del Regno d’Italia, i cui esemplari più preziosi, si pensi alla moneta mamertina raffigurante il Dio Adranos (III sec. a. C.) o al Trifollaro normanno di Ruggero I (XI sec), verrebbero evidenziati attraverso gigantografie appese alle pareti, corredate a loro volta da ampie descrizioni.
Il Museo della Città Murata si articolerebbe seguendo un percorso coordinato che spazierebbe dalla numismatica alle pipe ed ai fischietti in terracotta, dagli antichi proiettili alle pietre focaie ed ancora mattonelle, ceramiche, bottoni di divise militari, etc.
Reperti che verrebbero impreziositi da ampi pannelli informativi e, tra l’altro, dalla riproduzione delle divise militari delle truppe britanniche in forza a Milazzo durante le guerre napoleoniche, divise cui si riferiscono alcuni esemplari di bottoni ritrovati all’interno della cittadella fortificata.
Significativa a tal proposito la riproduzione della ben nota Gabbia di Milazzo, rinvenuta all’interno del maniero proprio accanto ad alcuni bottoni di divisa militare.
Alla raccolta di tutti questi reperti, che testimoniano il vissuto quotidiano dell’antica cittadella fortificata, verrebbe affiancata l’esposizione di pannelli espositivi riproducenti le date e le iscrizioni visibili ancor oggi lungo gli intonaci e le pietre da taglio della città murata, dalla data quattrocentesca in pietrine laviche osservabile lungo la parete del Mastio posta alle spalle del grande camino della sala cosiddetta del Parlamento a quella secentesca (1630) leggibile alla base di uno dei bastioni tondi della cinta aragonese ed ancora nomi e cognomi graffiti qua e là lungo gli intonaci dal Cinque-Seicento ad oggi.
Una sezione apposita del Museo della Città Murata verrebbe poi dedicata ai numerosi marchi dei lapicidi osservabili lungo le decorazioni in pietra da taglio del Mastio (si pensi per es. ai conci in pietra lavica della cosiddetta Torre Araba). Di tali marchi verrebbero esposti tanto le fotografie quanto i calchi.

L’istituzione di tali spazi museali non comporta alcun onere per le casse comunali, essendo già stati stanziati dal dirigente comunale ai LL.PP. arch. Natalia Famà ben 80.000 euro, frutto dell’approvazione di una perizia di variante nell’ambito del maxi finanziamento di 11 milioni di euro concesso per le manutenzioni straordinarie della cittadella fortificata. Tali fondi consentiranno così di provvedere all’acquisto di adeguate ed eleganti strutture espositive.

Sin qui il primo piano del Monastero delle Benedettine, adibito dunque interamente a Museo della Città Murata, spazio museale che si concluderebbe con l’esposizione della vasta cartografia militare raffigurante la stessa città murata e più in generale la Città di Milazzo, cartografia da arricchire con la riproduzione di significativi documenti d’archivio attestanti la presenza a Milazzo di alcuni importanti ingegneri militari, da Tiburzio Spannocchi a Camillo Camilliani, da Giulio Lasso ed Orazio del Nobile a Pietro Novelli.
In questa sezione si suggerisce di trasferire il piano regolatore, attualmente custodito entro il Palazzo Municipale e redatto dall’ing. Antonino Cumbo Borgia negli anni Novanta dell’Ottocento, piano dal quale si percepisce ancora il tracciato planimetrico degli antichi isolati che sorgevano all’interno della cittadella fortificata.
A tal proposito si suggerisce altresì di corredare l’esposizione cartografica con alcuni documenti d’archivio (oggi custoditi nell’Archivio Storico della Città di Milazzo) attestanti la precisa ubicazione – vi sono indicate le contrade – e la tipologia dei numerosi edifici privati e pubblici un tempo esistenti all’interno della città murata.
Al Museo della Città Murata verrebbe destinato l'intero primo piano dell'ex monastero. Al piano inferiore si propone invece l'istituzione (lato Ponente) del Museo della Tonnara, in modo tale che dalle panoramiche finestre i turisti possano ammirare la baia del Tono, sede per secoli dell'omonima tonnara. Nel museo verrebbero esposti i reperti già a disposizione dell'associazione Tono Solemare, della Società Milazzese di Storia Patria e dello scrivente. Alle esigenze museali verrebbe sottratta la porzione di Levante, da destinare, unitamente all’aula dell’antica chiesa del SS. Salvatore, a piccoli convegni o ad esposizioni temporanee. 

 DUOMO ANTICO

Rimane confermata la sua destinazione a sala convegni, da potenziare però con l'acquisto di strutture ed attrezzature moderne ed adeguate per tale tipologia di destinazione d'uso.

MASTIO

 da destinare a:

- ESPOSIZIONE PERMANENTE DELLE CARTE GEOGRAFICHE (C. D. «GALLERIA DEL MAPPAMONDO»)
- MUSEO GARIBALDINO
- MUSEO ETNOANTROPOLOGICO
- VETRINA DELL'ENOGASTRONOMIA E DELLE ATTIVITA' AGRICOLE ED ARTIGIANALI DEL COMPRENSORIO
- esposizioni temporanee e convegni

Si propone di destinare la porzione di Levante del primo piano di tale struttura a suggestiva esposizione delle antichissime carte geografiche (secc. XVI - XVIII) di proprietà del Comune di Milazzo e raffiguranti perlopiù gli antichi stati europei, restituendo così al Castello la dimensione europea che merita.

Il primo piano dell’ala meridionale del Mastio, quella cui si accede attraverso il suggestivo scalone centrale, potrebbe essere destinato a esposizioni temparanee. La porzione di Ponente del primo piano, attigua al grande salone con Camino (da destinare a piccoli convegni e conferenze), verrebbe destinata invece a Museo Garibaldino, visto che a tal proposito si registra la disponibilità di un noto studioso locale che metterebbe a disposizione della collettività, previe opportune garanzie (assicurazione e videosorveglianza interna), la propria stupenda collezione di cimeli garibaldini.
Il primo piano della porzione nord del Mastio ospiterebbe un’abbondante esposizione fotografica permanente, corredata da planimetrie e pannelli descrittivi, esposizione che consentirebbe al visitatore di osservare gli ampi e suggestivi spazi sotterranei ancora esclusi dall’ordinario circuito di visita: ci si riferisce alla galleria di contromina del bastione delle Isole ed a quella del bastione di S. Maria, cui si accede dall’altrettanto suggestivo pian terreno.
In tal caso si offrirebbe al visitatore una esauriente descrizione esplicativa in grado di far rivivere l’attacco delle mine nemiche, e le terribili difese a base di fumi e gas asfissianti iniettati attraverso i «catusi» dei cunicoli di contromina, condotti ancora esistenti, i catusi appunto, che richiamano alla memoria i canoni progettuali di un grande ingegnere militare che nel Cinquecento operò anche a Milazzo, il bergamasco Antonio Ferramolino.
Una porzione di quest’ultima sezione verrebbe dedicata ad altri ambienti esclusi dal circuito di visita: polveriere e cisterne.

Si propone quindi di destinare le celle ubiucate al pian terreno del Mastio a Museo Etnoantropologico (arnesi da bottaio ed altri antichi mestieri, collezione di bottiglie di vino della ex Cantina Sperimentale, reperti, usi e costumi della civiltà contadina, etc.) rivolto nel contempo a promuovere i prodotti agro-alimentari del territorio, da quelli del vivaismo (barbatelle, piante di olivo ed altre piante ornamentali) a quelli dell'enogastronomia (Mamertino DOC ed olio DOP Valdemone, tonnina e ventre di tonno, piatti e prodotti tipici di Milazzo e dintorni). Il Museo Etnoantropologico, le attività agricole, i ristoratori e le iniziative dell'artigianato locale si integrerebbero e compenetrerebbero così in una sorta di fiera enogastronomica di arti e mestieri, una vera e propria vetrina per promuovere l'enogastronia e le attività agricole ed artigianali della vasta Piana di Milazzo, ivi inclusi i comuni limitrofi. 
BASTIONE DELLE ISOLE E BASTIONE DI S. MARIA. La proposta consiste nell’utilizzare questi possenti e vasti contenitori semplicemente per esporre grandi pannelli espositivi raffiguranti lo stato di degrado in cui versava il complesso fortificato prima dei recentissimi lavori di manutenzione. Ragioni di opportunità suggeriscono di non utilizzare in altra maniera questi enormi contenitori, in vista dei futuri interventi di restauro rivolti a recuperare taluni ambienti – ivi incluse le gallerie di contromina – non ancora oggetto di alcun tipo di intervento.
Si propone inoltre di collocare nell’ampio locale annesso al bastione di S. Maria – quello sormontato da volta a botte e caratterizzato dalla presenza dell’arco di trionfo della chiesa madre cinquecentesca – un grandissimo plastico riproducente la cittadella fortificata. Tale plastico, che potrebbe essere commissionato agli studenti del locale Istituto d’Arte, sarebbe un ottimo ausilio per l’esposizione ai visitatori da parte delle guide prima dell’inizio di ciascuna visita al complesso fortificato.

IL CASTELLO, PARCO CITTADINO Sin qui alcuni suggerimenti rivolti a valorizzare la città murata, che dovrebbe tornare ad essere centro vitale.
Per tornare a rivivere, l’intero complesso fortificato dovrà essere pensato come un immenso parco cittadino entro cui far girovagare liberamente i cittadini, previa delimitazione delle aree in cui si riterrà opportuno negare l’accesso e previo potenziamento del sistema di custodia e videosorveglianza in modo tale da scoraggiare e reprimere taluni comportamenti inopportuni. Perchè impedire a chi fa footing di correre sin sotto le mura del torrione normanno o attorno alle mura del Mastio? Perchè precludere all'anziano di leggere il quotidiano seduto comodamente in panchina, all'ombra di uno degli alberi piantati all'interno del Castello, godendosi e gustandosi quella tranquillità che solo la città murata, lontana dallo smog e dal traffico automobilistico, può garantire? Perchè impedire alle mamme di portare i propri bimbi a giocare negli invitanti parchi giochi Robinson, con eleganti altalene e capannette lignee, posti nel giardino voluto negli anni Venti dall'amministrazione carceraria fascista lungo le mura del Mastio?
Auspicabile infine l’installazione di alcuni parchi Robinson per i più piccoli anche lungo le mura esterne, precisamente lungo la poderosa cinta spagnola, dirimpetto la quale andrebbe realizzato un elegante e curatissimo prato all’inglese, che farebbe risaltare non poco l'imponenza delle strutture murarie.

Se il tutto, poi, sarà condito da tutte quelle iniziative occasionali di contorno programmate e promosse dall'assessore Dario Russo, cui va peraltro il merito indiscusso di aver aperto il Castello negli orari notturni, consentendo una maggiore fruizione dello stesso, ecco che allora senza alcun dubbio il Castello potrà tornare ad essere quel centro vitale cui si accennava sopra.



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