venerdì 28 novembre 2014

Un Museo del Mare nei locali dell'ex Istituto d'Arte




Nelle more della ristrutturazione dell'Asilo Calcagno, che nelle previsioni dell'Amministrazione comunale è destinato a diventare il Museo del Mare di Milazzo, anche alla luce dei numerosi reperti marinari che continuano a giungere allo scrivente e considerando la condizione delle salette dell'ex Carcere Femminile, ormai completamente sature, l'unica soluzione ideale per dotare in tempi brevissimi la città di una nuova attrattiva turistica e culturale consiste nel puntare sui locali del convento di S. Francesco di Paola (il Patrono della Gente di Mare) che in passato hanno ospitato l'ex Istituto d'Arte. Per iniziare basterebbe appena anche il solo pian terreno. Una tale soluzione se da un lato consentirebbe di restituire alla pubblica fruizione locali attualmente abbandonati al degrado, dall'altro permetterebbe d'impreziosire anche il noto mosaico, altra importante attrattiva turistica cittadina. Considerando la disponibilità ed il volontariato delle associazioni culturali cittadine, una tale soluzione non arrecherebbe pregiudizio alle casse comunali, che dovrebbero far fronte solo ed esclusivamente all'utenza elettrica.
 
Un Museo del Mare nei locali del convento di S. Francesco di Paola, già sede dell’Istituto d’Arte. Una soluzione provvisoria che consentirebbe di usufruire nell’immediato di vasti locali in cui raccogliere e custodire reperti che, in attesa del costosissimo restauro del diruto asilo Calcagno di Vaccarella, rischierebbero di andare irrimediabilmente perduti, compromettendo così la collezione museale che un domani dovrà essere esposta proprio nell’ex asilo di Vaccarella. Sono tanti i Milazzesi, perlopiù abitanti del Tono e di Vaccarella, che sarebbero disposti a mettere a disposizione dello scrivente antichi reperti marinari, alcuni davvero pregevoli e piuttosto rari. Mancano purtroppo i locali in cui esporli o custodirli in attesa di un’esposizione futura: gli unici a disposizione, le piccole sale dell’ex Carcere Femminile di via Impallomeni o il minuscolo spazio concesso in piazza Caio Duilio all’associazione Tono Solemare, sono ormai saturi e pieni zeppi di reperti. A malincuore chi scrive si trova pertanto costretto a dover rifiutare interessanti collezioni di reperti marinari autenticamente milazzesi.






Sebbene inseriti dall’Amministrazione Pino nell’elenco degli «immobili di proprietà comunale che dovranno essere suscettibili di valutazione o dismessi nel triennio 2012-2014», gli ampi locali del convento di S. Francesco, già sede dell’Istituto d’arte, sarebbero ideali per ospitare nuovi reperti marinari. S. Francesco di Paola è infatti il protettore della gente di mare. I locali, che si affacciano sul mare e sul rione di Vaccarella e che si trovano nel bel mezzo dell’itinerario storico-artistico di beni culturali del Borgo che dall’Antiquarium archeologico giunge sino al Castello, verrebbero inoltre sottratti al degrado, destinato inevitabilmente a lievitare, compromettendo così il prezzo di realizzo del bene immobile in caso d’asta. A tal proposito conviene ricordare il caso esemplare dell’ex mattatoio di Fiumarella, posto in vendita sin dal 2008, ma non ancora venduto: le aste sono andate puntualmente deserte, il bene immobile nel frattempo si è deteriorato sempre di più e con la crisi attuale che mette in ginocchio il mercato immobiliare sarà destinato a restare nella disponibilità del Comune di Milazzo chissà per quanti anni ancora. Stessa sorte sta toccando all’ex convento di S. Francesco di Paola, già preso di mira da atti vandalici e dove l’umidità la fa da padrona.





La recente gestione dell’ex Carcere Femminile rappresenta indubbiamente un caso positivo di sano ed intelligente recupero – disposto dall’Amministrazione comunale ed a costo zero per le casse dell’ente - di locali che nel frattempo erano stati abbandonati al degrado. Bene farebbe dunque l’Amministrazione a concedere in comodato alle associazioni culturali anche questi locali, consentendo tra l’altro una costante e continua fruizione del prezioso mosaico recentemente riscoperto grazie alla stessa Amministrazione ed alle associazioni Italia Nostra e SiciliAntica.  Una scelta che doterebbe nel contempo la città di un nuovo inedito spazio museale, in cui poter finalmente onorare anche l'eroico Luigi Rizzo, uomo-simbolo della marineria milazzese. Nulla osta ovviamente di sciogliere il comodato nel momento in cui il bene sarà un domani aggiudicato ad un privato, anche se la natura del bene e la sua posizione strategica suggerirebbero all’Amministrazione di tornare sui propri passi, sottraendo l’immobile, così come il Convento dei Cappuccini, alle dolorose politiche di dismissione.


mercoledì 1 ottobre 2014

Smaltimento RSU - Per una differenziata seria

Nessuna nuova idea per una seria raccolta differenziata. Mi limito semplicemente a segnalare quanto praticato in un comune del Sud, Statte, in provincia di Taranto.

Un sito chiaro ed efficace illustra il tutto. In sostanza i cittadini vengono invogliati a differenziare grazie ai vantaggi economici che ne ricavano. «Ogni pattumella - si legge nella presentazione online - sarà dotata di un codice a barre. Al momento del conferimento, l'operatore "leggerà" il codice e, in base al livello/volume di rifiuti, sarà caricato un punteggio». Ciò nel caso di ritiro a domicilio. «Per i rifiuti da conferire nell'isola ecologica, invece, ogni cittadino riceverà un punteggio differente a seconda del peso e della tipologia di rifiuto consegnata (ad esempio per ogni chilo di carta e cartone saranno accreditati 7 punti, per ogni chilo di plastica 10 punti e così via). Il punteggio sarà caricato nel sistema di gestione. In ogni momento sarà possibile verificare il punteggio accumulato direttamente dalla homepage del portale web, accedendo all'area riservata. Alla fine dell'anno sarà stilata una graduatoria e le famiglie più virtuose riceveranno premi in denaro/buoni spesa o riduzione della tassa sui rifiuti. Le somme sono differenti e variano in base ai punti accumulati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web.
Ma non è ancora tutto. Periodicamente il Settore Ecologia del Comune promuoverà una campagna mensile per una determinata tipologia di rifiuto. Alla fine del mese verrà stilata una graduatoria e le famiglie che avranno consegnato il quantitativo maggiore di quel rifiuto (calcolato al momento del conferimento nell'isola ecologica) saranno premiate con buoni spesa da utilizzare negli esercizi convenzionati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web
». 

Ovviamente, multe salate per chi non differenzia. Differenziare è un obbligo, non una cortesia alla collettività.

Nessuna idea nuova, dunque, basta solo copiare. Ecco il link:


Ogni pattumella sarà dotata di un codice a barre. Al momento del conferimento, l'operatore "leggerà" il codice e, in base al livello/volume di rifiuti, sarà caricato un punteggio. Per i rifiuti da conferire nell'isola ecologica, invece, ogni cittadino riceverà un punteggio differente a seconda del peso e della tipologia di rifiuto consegnata (ad esempio per ogni chilo di carta e cartone saranno accreditati 7 punti, per ogni chilo di plastica 10 punti e così via). Il punteggio sarà caricato nel sistema di gestione. In ogni momento sarà possibile verificare il punteggio accumulato direttamente dalla homepage del portale web, accedendo all'area riservata. Alla fine dell'anno sarà stilata una graduatoria e le famiglie più virtuose riceveranno premi in denaro/buoni spesa o riduzione della tassa sui rifiuti. Le somme sono differenti e variano in base ai punti accumulati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web.
Ma non è ancora tutto. Periodicamente il Settore Ecologia del Comune promuoverà una campagna mensile per una determinata tipologia di rifiuto. Alla fine del mese verrà stilata una graduatoria e le famiglie che avranno consegnato il quantitativo maggiore di quel rifiuto (calcolato al momento del conferimento nell'isola ecologica) saranno premiate con buoni spesa da utilizzare negli esercizi convenzionati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web. - See more at: http://statte.failadifferenza.it/progetto_fai_la_differenza.php#sthash.jyxb9s6U.dpuf
Ogni pattumella sarà dotata di un codice a barre. Al momento del conferimento, l'operatore "leggerà" il codice e, in base al livello/volume di rifiuti, sarà caricato un punteggio. Per i rifiuti da conferire nell'isola ecologica, invece, ogni cittadino riceverà un punteggio differente a seconda del peso e della tipologia di rifiuto consegnata (ad esempio per ogni chilo di carta e cartone saranno accreditati 7 punti, per ogni chilo di plastica 10 punti e così via). Il punteggio sarà caricato nel sistema di gestione. In ogni momento sarà possibile verificare il punteggio accumulato direttamente dalla homepage del portale web, accedendo all'area riservata. Alla fine dell'anno sarà stilata una graduatoria e le famiglie più virtuose riceveranno premi in denaro/buoni spesa o riduzione della tassa sui rifiuti. Le somme sono differenti e variano in base ai punti accumulati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web.
Ma non è ancora tutto. Periodicamente il Settore Ecologia del Comune promuoverà una campagna mensile per una determinata tipologia di rifiuto. Alla fine del mese verrà stilata una graduatoria e le famiglie che avranno consegnato il quantitativo maggiore di quel rifiuto (calcolato al momento del conferimento nell'isola ecologica) saranno premiate con buoni spesa da utilizzare negli esercizi convenzionati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web. - See more at: http://statte.failadifferenza.it/progetto_fai_la_differenza.php#sthash.jyxb9s6U.dpuf
Ogni pattumella sarà dotata di un codice a barre. Al momento del conferimento, l'operatore "leggerà" il codice e, in base al livello/volume di rifiuti, sarà caricato un punteggio. Per i rifiuti da conferire nell'isola ecologica, invece, ogni cittadino riceverà un punteggio differente a seconda del peso e della tipologia di rifiuto consegnata (ad esempio per ogni chilo di carta e cartone saranno accreditati 7 punti, per ogni chilo di plastica 10 punti e così via). Il punteggio sarà caricato nel sistema di gestione. In ogni momento sarà possibile verificare il punteggio accumulato direttamente dalla homepage del portale web, accedendo all'area riservata. Alla fine dell'anno sarà stilata una graduatoria e le famiglie più virtuose riceveranno premi in denaro/buoni spesa o riduzione della tassa sui rifiuti. Le somme sono differenti e variano in base ai punti accumulati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web.
Ma non è ancora tutto. Periodicamente il Settore Ecologia del Comune promuoverà una campagna mensile per una determinata tipologia di rifiuto. Alla fine del mese verrà stilata una graduatoria e le famiglie che avranno consegnato il quantitativo maggiore di quel rifiuto (calcolato al momento del conferimento nell'isola ecologica) saranno premiate con buoni spesa da utilizzare negli esercizi convenzionati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web. - See more at: http://statte.failadifferenza.it/progetto_fai_la_differenza.php#sthash.jyxb9s6U.dpuf
Ogni pattumella sarà dotata di un codice a barre. Al momento del conferimento, l'operatore "leggerà" il codice e, in base al livello/volume di rifiuti, sarà caricato un punteggio. Per i rifiuti da conferire nell'isola ecologica, invece, ogni cittadino riceverà un punteggio differente a seconda del peso e della tipologia di rifiuto consegnata (ad esempio per ogni chilo di carta e cartone saranno accreditati 7 punti, per ogni chilo di plastica 10 punti e così via). Il punteggio sarà caricato nel sistema di gestione. In ogni momento sarà possibile verificare il punteggio accumulato direttamente dalla homepage del portale web, accedendo all'area riservata. Alla fine dell'anno sarà stilata una graduatoria e le famiglie più virtuose riceveranno premi in denaro/buoni spesa o riduzione della tassa sui rifiuti. Le somme sono differenti e variano in base ai punti accumulati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web.
Ma non è ancora tutto. Periodicamente il Settore Ecologia del Comune promuoverà una campagna mensile per una determinata tipologia di rifiuto. Alla fine del mese verrà stilata una graduatoria e le famiglie che avranno consegnato il quantitativo maggiore di quel rifiuto (calcolato al momento del conferimento nell'isola ecologica) saranno premiate con buoni spesa da utilizzare negli esercizi convenzionati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web. - See more at: http://statte.failadifferenza.it/progetto_fai_la_differenza.php#sthash.jyxb9s6U.dpuf
Ogni pattumella sarà dotata di un codice a barre. Al momento del conferimento, l'operatore "leggerà" il codice e, in base al livello/volume di rifiuti, sarà caricato un punteggio. Per i rifiuti da conferire nell'isola ecologica, invece, ogni cittadino riceverà un punteggio differente a seconda del peso e della tipologia di rifiuto consegnata (ad esempio per ogni chilo di carta e cartone saranno accreditati 7 punti, per ogni chilo di plastica 10 punti e così via). Il punteggio sarà caricato nel sistema di gestione. In ogni momento sarà possibile verificare il punteggio accumulato direttamente dalla homepage del portale web, accedendo all'area riservata. Alla fine dell'anno sarà stilata una graduatoria e le famiglie più virtuose riceveranno premi in denaro/buoni spesa o riduzione della tassa sui rifiuti. Le somme sono differenti e variano in base ai punti accumulati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web.
Ma non è ancora tutto. Periodicamente il Settore Ecologia del Comune promuoverà una campagna mensile per una determinata tipologia di rifiuto. Alla fine del mese verrà stilata una graduatoria e le famiglie che avranno consegnato il quantitativo maggiore di quel rifiuto (calcolato al momento del conferimento nell'isola ecologica) saranno premiate con buoni spesa da utilizzare negli esercizi convenzionati. La graduatoria sarà pubblicata nell'albo comunale e sul sito web. - See more at: http://statte.failadifferenza.it/progetto_fai_la_differenza.php#sthash.jyxb9s6U.dpuf

venerdì 26 settembre 2014

Il turismo fonte di reddito

I dati sul flusso turistico del mese di agosto, appena comunicati dal Servizio Turistico Regionale n°16 di Messina, fanno balzare Milazzo tra i comuni più visitati della provincia di Messina. Bene. Sarebbe adesso opportuno istituire il ticket Eolie - per soli turisti, dunque con eccezione di residenti a Milazzo e nei comuni Eoliani - e la tassa di soggiorno. Il primo finanzierebbe le spese di pulizia delle strade di accesso al porto (soprattutto l'asse viario) e le corse festive dei bus AST (in atto mancanti) che fanno la spola tra la stazione FS, i camping del Capo ed i terminal portuali (mi riferisco dunque anche a servizi per le Eolie). Ricordo che Milazzo è uno dei più importanti porti passeggeri d'Italia. La tassa di soggiorno finanzierebbe invece la pulizia e manutenzione della baia di S. Antonio e quelle dei connessi itinerari naturalistici ed, in parte, materiale ed attività promo-pubblicitarie per promuovere le attività ricettive locali. Facciamo pagare anche l’accesso ai bagni pubblici per raccogliere fondi da destinare alle relative pulizie. Il turismo (quello di qualità) comporta spese, quindi deve produrre introiti: peraltro siamo in tempi di dissesto, non dimentichiamolo.


Servizio 16 - Servizio Turistico di Messina
Unità Operativa n. 4 Patti e Tindari
Piazza Gugliemo Marconi, n.11 - 98066 Patti (Me) - Tel. 0941 241136 - fax 0941 241154 
Codice fiscale 80012000826 - Partita I.V.A.  02711070827

  Prot. n. 1897/III/                   Patti, lì 24/09/2014

Oggetto:Comunicato stampa Dati sul
Movimento Turistico Città di Milazzo
AGOSTO 2014
                                      
    
               Il Servizio Turistico Regionale n°16 di Messina,diretto dal dr.Cono Antonio Catrini e nello specifico la responsabile del procedimento sig.ra Eleonora Scaffidi Funzionario Direttivo dell’Unità Operativa di Patti e Tindari, delegata alla raccolta ed elaborazione dei dati statistici della Città di Milazzo, comunica i risultati sul movimento dei clienti italiani e stranieri registrato nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, nel corso del mese di AGOSTO 2014, comparati con lo stesso periodo dell’anno precedente.
               I dati analizzati riguardanti la Città di Milazzo  confermano il soddisfacente trend positivo dei mesi precedenti e che di seguito viene esposto:
+24,17% sul totale degli arrivi italiani e stranieri (9.063 unità)
+26,15% sul totale delle presenze italiane e straniere(25.570 unità).
                Nel dettaglio il segno positivo ha riguardato sia le strutture alberghiere (con +20,21% sugli arrivi e +19,97% sulle presenze)  che le strutture extralberghiere (con +34,63% sugli arrivi e +35,16% sulle presenze).
                La provenienza dei flussi turistici italiani (+27,60% con 6.227 arrivi e +28,68% con 19.191 presenze) e stranieri (+17,24% con 2.836 arrivi e +19,12% con 6.379 presenze) è da ascrivere principalmente alla Sicilia,Campania,Lombardia,Lazio,Francia,Germania,Regno Unito e Spagna. La permanenza media è stata di  3 giornate.
               
CON CORTESE INVITO ALLA DIFFUSIONE  GRAZIE    
                                                                                             
                                                                                          Il Funzionario Direttivo
                                                                                         Sig.ra Eleonora Scaffidi


domenica 21 settembre 2014

La Piana polmone verde: per 8 parchi urbani



Un progetto ambizioso per investire nella Piana in natura e benessere, tutelando le nostre contrade agricole dalla continua avanzata del cemento, coniugando così, in un ideale connubio, ambiente, salute, cultura ed innovazione. Un ritorno alle nostre origini, creando nella nostra Piana ben 8 oasi verdi, otto parchi urbani dall’estensione di non meno di 3 ettari l’uno, con imponenti alberi d’alto fusto in grado di assicurare estesissime zone d’ombra.

CENNI STORICI. Un ritorno alle origini, quando nel Medioevo esisteva un immenso parco, una vastissima estensione boschiva ricca di querce in cui abbondava il rovere. Si trovava in quella che ancora oggi viene denominata non a caso contrada Parco. Re Giacomo d’Aragona, che alla fine del Duecento soggiornò per lungo tempo a Milazzo, scelse questo nostro bosco per impiantarvi il suo “Parco Reale”, che da allora venne indicato con l’espressione «solazzo regio seu bosco appellatu lu Parcu», così in due antichissimi documenti provenienti dall’Archivio Storico comunale e datati, rispettivamente, 1440 e 1479! Re Giacomo d’Aragona era talmente legato al suo parco reale che vi fece innalzare persino un palazzo reale (sorse sino alle soglie dell’Ottocento nell’omonima contrada, accanto alla Silvanetta, dove oggi l’imprenditore ittico Salamone vende il suo pesce) con tanto di cappella reale, quella giunta a noi col nome di chiesetta di S. Maria “del Boschetto”, il bosco del Parco per l’appunto.

Un’immensa area boschiva che fu oggetto d’intenso sfruttamento, in parte autorizzato, ma spesso e volentieri privo di qualsivoglia permesso delle autorità competenti. Non mancarono provvedimenti restrittivi atti ad impedire tale spoliazione di  «cherci et rubuli», ossia di querce e di roveri. Come quello che nel 1514 testimoniava che al Parco si rifornivano abbondantemente, per ricavare legna, oltre ai Milazzesi, anche le galere imperiali, da cui sbarcavano i “mori” (schiavi neri) per tagliare il rovere di Milazzo. Lo sfruttamento scriteriato ebbe la meglio: scomparve il bosco e del Parco rimase solo il nome della contrada, i cui vasti terreni furono messi all’asta dal Comune intorno all’anno 1802 ed acquistati dai privati che nella seconda metà dell’Ottocento producevano i vini migliori: quelli del Parco erano infatti classificati come vigneti di “primissima classe”.

IL PROGETTO. In 8 contrade della Piana, perlopiù in prossimità dei nuclei ad alta densità abitativa, saranno individuate altrettante aree, di estensione non minore di 3 ettari cadauna, attualmente in stato di abbandono. L’iniziativa tende a convertire tali aree degradate in 8 parchi urbani attrezzati con tanto di videosorveglianza. Le contrade prescelte saranno il Parco, in particolare i vasti terreni posti dirimpetto al centro surgelati Porcino ed alle spalle della chiesetta di S. Maria del Boschetto, Ciantro (terreni abbandonati tra l’omonima via e l’asse viario), S. Paolino (in prossimità dello svincolo dell’asse viario dove in atto si sta registrando l’avanzata del cemento), Fiumarella (dirimpetto la popolosissima via Togliatti) ed ancora i vasti appezzamenti di terreno incolti posti a ridosso delle contrade S. Marina, Bastione, S. Pietro e S. Marco.

Obiettivo del progetto è quello di ostacolare l’avanzata del cemento nella Piana, sottrarre al degrado appezzamenti attualmente incolti, aggiungere servizi di qualità a quartieri periferici in atto ridotti a veri e propri dormitori, ma soprattutto creare, in una città martoriata dalle industrie inquinanti, 8 polmoni verdi che migliorino la qualità della vita dei Milazzesi in termini di ambiente, natura, salute e cultura.

Già, perché ciascuno degli 8 parchi urbani sarebbe dotato di pannellistica bilingue con lo scopo di divulgare le nostre tradizioni e la nostra cultura (penso, per citare un solo esempio,  ai pannelli che rievocherebbero la storia del Parco, del Palazzo e della Cappella Reale di Re Giacomo d’Aragona), ma anche le specie arboree coltivate e la sensibilizzazione al rispetto della natura e dell’ambiente. A tal proposito ogni parco urbano sarebbe dotato di curatissimi prati e di alberi ad alto fusto (pini, platani, etc. etc.) in grado di offrire ampie zone d’ombra in cui piazzare panchine, contenitori dei rifiuti, punti ristoro ed eleganti giochi lignei per i più piccoli. Il tutto impreziosito da laghetti artificiali, fontanelle e vialetti con ricorso minimo, anzi quasi inesistente, a pavimentazioni e/o cementificazioni di supporto in genere. Impensabile la realizzazione degli 8 parchi urbani citati senza il supporto dei WC pubblici e di efficaci impianti di videosorveglianza.

mercoledì 10 settembre 2014

Trasporto urbano



Milazzo turistica: intollerabile l’assenza di corse festive dei bus AST -
Ridisegnare gli itinerari consentendo ai cittadini della Piana e non solo di raggiungere il Centro Commerciale Milazzo ed il Parco Corolla 

Per la terza estate consecutiva (scriviamo a giugno 2014, ndr) continuano a latitare le corse estive degli autobus dell’AST con conseguenti inevitabili disagi per i cittadini e soprattutto per i turisti che spesso sono costretti a percorrere a piedi il lungo tratto di strada tra la stazione ferroviaria ed il porto. Sino ad oggi i turisti diretti in città, almeno quelli più fortunati, hanno dovuto arrangiarsi alla meglio, potendo contare sulla collaborazione di qualche bed and breakfast di buona volontà, disposto, pur di accaparrarsi nuovi clienti, a prelevarli con un mezzo alla stazione ferroviaria. O contando piuttosto sull’efficienza dei camping del Capo, i quali, previamente contattati, espletano analogo servizio. Ma non tutti i B&B garantiscono questo servizio e molti turisti diretti alle Eolie non pernottano nemmeno un sol giorno nella nostra città. E così, chi giunge alla stazione FS nel giorno festivo, è costretto a farsela a piedi sino al porto.

Vero è che l’AST vanta non pochi arretrati dal Comune di Milazzo. Non è tuttavia un buon motivo per lavarsene le mani. Occorre pertanto avviare, da parte dell’Amministrazione comunale, un’intesa con la sede AST di Palermo al fine di ripristinare immediatamente e senza indugio le corse festive dei bus urbani. La suddetta linea 5 Stazione FS-Porto prevede 31 corse feriali giornaliere: basterebbe ridurne 5 al giorno al fine di ripristinarne qualcuna nei giorni festivi. Le corse in meno dal lunedì al sabato (ben 30) consentirebbero così di finanziare un congruo numero di corse festive e gli straordinari domenicali degli autisti. E’ intollerabile che la domenica si lascino a piedi i turisti diretti ai camping del Capo. Come è altrettanto intollerabile che non vengano assicurate nei festivi le corse di collegamento tra la Piana ed il centro urbano. Le politiche turistiche a favore della nostra città, dal crocierismo al Castello, che l’Amministrazione Pino si sforza d’implementare non sono e non possono essere credibili a fronte di tali disservizi ai danni dei turisti e degli stessi cittadini milazzesi.

Altro nodo è poi quello riguardante la puntualità e l’efficienza del servizio di trasporto bus. Alla vigilia di Ferragosto 2014 abbiamo raccolto da una concittadina indignata l’ennesimo disservizio AST ai danni di malcapitati turisti, che nel pomeriggio del 12 agosto, dunque al culmine della stagione estiva, hanno atteso invano il bus alla stazione ferroviaria. A farne le spese 2 coppie di francesi e 4 italiani, che poi, dopo una lunga attesa, hanno dovuto optare per qualche taxi onde evitare di perdere la coincidenza con le unità navali dirette alle Eolie. Abbiamo in più d’una occasione lamentato l’assenza di collegamenti col Porto, completamente mancanti nei giorni festivi. Ma che adesso le corse dei bus urbani latitino anche nei giorni feriali, addirittura nel bel mezzo della stagione estiva, è troppo. E’ necessario un sussulto di dignità dell’assessorato al Turismo allo scopo di rendere meno spiacevole il soggiorno ed il transito dei turisti nella nostra città. E per fare ciò occorre rigore e controllo costante. Bene farebbero gli amministratori comunali ad impiegare spesso il servizio offerto dai bus AST per i loro movimenti in città, allo scopo di monitorare e controllare periodicamente la qualità e l’efficienza del servizio. Ad oggi non abbiamo mai visto il sindaco di Milazzo viaggiare a bordo dei bus urbani. E’giunta l’ora di abituarci anche a questo.

Ma il servizio dei bus AST non riguarda i soli turisti, ma anche e soprattutto i residenti nella Piana. Ciccio, 48 anni, disoccupato con a carico 2 figlie, lamenta l’impossibilità di usare il servizio urbano non solo la domenica, ma anche negli altri giorni. «Ho necessità di fare la spesa e per farlo, visto che non posso più permettermi l’auto, in quanto non ho più i soldi per pagare benzina, bollo e assicurazione, viaggio coi bus AST, ma nessuno di loro giunge sino a c.da Faraone o c.da Masseria, dove ci sono i due noti centri commerciali». Raccogliamo le lamentele di Ciccio, residente in via Togliatti a Fiumarella. I bus AST non possono e non devono continuare a percorrere itinerari obsoleti fissati negli anni Ottanta, quando ancora non esistevano il Centro Commericiale Milazzo ed il Parco Corolla. E’ indispensabile che vengano ridisegnati i percorsi delle linee urbane di Milazzo, prevedendo che la linea che fa la spola tra il Porto, Olivarella e Fiumarella passi anche da c.da Masseria e da C.da Faraone, in modo da prevedere fermate anche in prossimità dei suddetti centri commerciali.

Tornando al turismo, è impensabile l'assenza di collegamenti con c.da Tono, da ripristinare con sollecitudine.

giovedì 4 settembre 2014

Convertire il faro del Capo in museo naturalistico


IDEE & PROPOSTE - Un piccolo sogno mi frulla per il Capo: allestire, tra gli ulivi, un elegante parco giochi con strutture in legno come da foto allegate. Naturalmente l’intera area sarebbe videosorvegliata e munita di panchine e contenitori lignei per la raccolta dei rifiuti. A supportarla un bagno pubblico - ricavato nella casina n. 2 e destinato non solo ai fruitori del parco, ma anche ai bagnanti - ed un ufficio (casina n. 3), coi monitor della videosorveglianza e i distributori automatici di bibite e gelati.

Nell’attuale vialetto tra gli ulivi che conduce ai cosiddetti laghetti, tanti pannelli multilingue (con pali lignei di sostegno come quelli in uso nei parchi di Firenze) per illustrare le calette attigue (Punta Messinese, Gamba di Donna, Baia di S. Antonio, etc), la fauna terrestre del Promontorio (conigli selvatici, uccelli migratori, etc) e la sua flora (l’ulivo, il profumatissimo fiore del cappero e le diverse varietà spontanee). Ulteriore cartellonistica sarebbe invece ospitata al Faro, nella casina del custode, per illustrare la geologia e la riserva marina di Capo Milazzo, in un grazioso museo naturalistico in cui farebbero bella mostra le collezioni di conchiglie e piccoli acquari con le più importanti specie ittiche della riserva. Un'iniziativa che potrebbe diventare realtà se il Comune, di concerto con la Fondazione Lucifero ed il comitato dell'Area Marina Protetta, chiedesse in comodato o in concessione dallo Stato i piccoli fabbricati di cui sopra, in cui i turisti giungerebbero numerosissimi soltanto per ammirare il panorama mozzafiato che vi si scorge dalle meravigliose terrazze del Faro.
In quanto al denaro necessario per l'allestimento del museo naturalistico (acquisto di teche, monitor e pannelli) 5.000 euro sarebbero più che sufficienti. Di seguito un filmato che descrive con dovizia di dettagli le meraviglie naturalistiche di Capo Milazzo.

Accesso al museo naturalistico del Faro, alle sue terrazze panoramiche e al wc pubblico a pagamento (ticket simbolico di appena 1-2 euro) onde consentire di compensare con gli introiti le spese di gestione connesse alla pulizia ed alla manutenzione ordinaria.
 





 Il Faro con l'annessa casina del custode sovrasta la punta estrema del Promontorio



martedì 4 marzo 2014

Un festival del mare per Milazzo turistica

Clicca qui per leggere il contributo

Le nostre industrie, i metalli pesanti e le urine dei nostri adolescenti

Desidero ringraziare gli amici del MoVimento 5 Stelle di Milazzo e l'on. Valentina Zafarana per aver fatto approdare queste mie riflessioni all'Assemblea Regionale Siciliana, con un'interrogazione, prima, e con un'audizione, dopo. Il problema, però, a tutt'oggi rimane insoluto.


«Inquinamento e valori, Gitto replica al consigliere Marano», questo il titolo di un trafiletto apparso oggi sulla Gazzetta del Sud, in cui l’assessore comunale all’ambiente richiama il consigliere, reo di aver «scoperto l’acqua calda», avendo diramato dati – sulle emissioni della Raffineria - pubblicati online già da un mese sul sito internet del Comune di Milazzo. Il riferimento – stando a quanto riferisce la Gazzetta – è al rapporto “Mal’aria industriale” di Legambiente. «La fonte di questi dati – precisa Gitto – è il Registro europeo. Le soglie di rilevanza sono dei valori sicuramente da attenzionare, ma i valori limite sono altri e stabiliti dall’Aia».

Ma, a mio parere, è proprio il riferimento all’AIA della Raffineria (Autorizzazione Integrata Ambientale, il provvedimento con cui vengono disciplinate e monitorate le emissioni inquinanti nell'ambiente) che dovrebbe far riflettere maggiormente e invitare ad una disamina più pacata e ponderata, tanto più che la stessa AIA è stata messa in relazione – a torto o a ragione - al suddetto rapporto di Legambiente. Mi spiego.

 La Raffineria di Milazzo negli anni Sessanta

Prendiamo in primo luogo in considerazione il recente biomonitoraggio condotto dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Messina in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Condotto dal prof. Francesco Squadrito, tale biomonitoraggio ha accertato che un campione di circa 200 adolescenti delle scuole medie di Milazzo, S. Lucia del Mela, S. Filippo del Mela e di altri quattro comuni ricadenti nel comprensorio industriale denominato “Valle del Mela”, opportunamente esaminati (emocromo, urine ed ecografie), è risultato essere vittima dell’inquinamento: le loro urine hanno messo in luce la presenza di metalli pesanti nel loro organismo (in particolar modo nichel, cadmio e cromo).
Il rapporto del prof. Squadrito, alquanto allarmante, è stato presentato nel luglio 2013, riscontrando che in ben 31 casi su 200 si sono presentate alterazioni morfologiche nell'apparato riproduttore degli adolescenti, tutti di età compresa tra i 12 ed i 14 anni. Il biomonitoraggio è stato inoltre oggetto di un’interrogazione parlamentare presso il Senato della Repubblica (atto di sindacato ispettivo n° 3-00455 pubblicato il 5 novembre 2013, nella seduta n. 134, ad opera dei senatori Catalfo, Nugnes, Pepe e Martelli) e soprattutto attenzionato, nello stesso mese di novembre, dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto che ha aperto di conseguenza un’indagine.

Ed andiamo adesso al rapporto di Legambiente, quello per il quale Marano avrebbe scoperto l’acqua calda. Come attesta Mal’Aria Industriale (novembre 2012), il nichel viene rilasciato nell’ambiente in modo massiccio dalla Raffineria di Milazzo, mentre il cromo dalla Centrale Termoelettrica di S. Filippo del Mela. Le due aziende – indubbiamente le più importanti tra quelle ricadenti nel comprensorio industriale denominato “Valle del Mela” - in questo tipo di “produzione” si collocano inoltre ai vertici degli stabilimenti italiani che rilasciano nell’ambiente tali tipologie di sostanze, rispettivamente in seconda ed in sesta posizione nella classifica delle emissioni nell’atmosfera di nichel e cromo.

E torniamo all’AIA, chiudendo dunque il nostro ragionamento. Ebbene è stata rilasciata alla Raffineria di Milazzo nel recente 2011 (in occasione della realizzazione della nuova unità idrogeno HMU3). Esaminando in particolare il relativo parere rilasciato in data 25 febbraio 2011 in sede di istruttoria dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale si evince che alla predetta data del febbraio 2011 “sul territorio regionale non si rilevano in via continuativa metalli pesanti (…)» e che «la rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria è in fase di revisione ed adeguamento ai criteri stabiliti dagli standard europei», oltre alla circostanza che «le stazioni di monitoraggio per metalli saranno inserite nel contesto della rete regionale di monitoraggio nel nuovo assetto futuro”.

«I valori limite sono altri e stabiliti dall’Aia», ci ricorda l’assessore Gitto. Ma è proprio la stessa AIA che prende atto dell’inadempienza della Regione Siciliana in materia di monitoraggi continuativi sui metalli pesanti. Monitoraggi che – qualora venissero realizzati – comporterebbero verisimilmente un riesame immediato dell’AIA rilasciata alla nostra Raffineria. Quel riesame che, per un cavillo burocratico, non viene paradossalmente consentito al vicino Comune di S. Lucia del Mela, il cui territorio ricade nell’area ad alto rischio ambientale ed i cui adolescenti presentano – in valori maggiori rispetto a quelli registrati negli altri Comuni, stando al rapporto del prof. Squadrito - tracce di metalli pesanti nelle urine.

A tal proposito molto interessante è quello che sta avvenendo proprio in questi giorni in un’altra regione a statuto speciale, il Friuli Venezia Giulia, dove l’Arpa ha appena ricevuto dall’assessorato regionale competente l'incarico di portare avanti, in collaborazione con l'Università di Trieste, «uno studio approfondito sulla qualità dell'aria del monfalconese che preveda, oltre all'utilizzo di apparecchiature automatiche per la rilevazione su basi chimico-fisiche, anche l'uso dei licheni epifiti come bioindicatori, al fine di certificare il livello delle emissioni nell'aria con particolare riguardo per i metalli pesanti». Con l’iniziativa in questione, promossa dall’assessore regionale all'Ambiente ed Energia, Sara Vito, in risposta ad un’interpellanza sulle emissioni della Centrale Termoelettrica di Monfalcone, «solo ora l’attenzione relativa ai livelli di inquinamento nel monfalconese ha acquisito centralità nell’azione amministrativa della Regione, in quanto né il biomonitoraggio con i licheni, né tanto meno l'indagine epidemiologica [erano] mai stati avviati con l'obiettivo di avere, aggiornati, tutti gli elementi scientifici che potrebbero motivare anche un eventuale riesame dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) rilasciata alla Centrale di Monfalcone (…). Inoltre, le rilevazioni sinora eseguite nel monfalconese si riferivano a parametri come l’anidride solforosa, gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio, le polveri, ma erano carenti di informazioni su alcuni inquinanti, come appunto i metalli pesanti».

 (fonte: massimotricamo.blogspot.it - 16 febbraio 2014)

Salviamo il Cimitero monumentale

Recuperare la porzione monumentale del Cimitero di Milazzo, che attualmente versa in condizioni di degrado, investendo gli introiti derivanti dall’aggiudicazione all’asta di concessioni cimiteriali revocate. E’ quanto si propone  in analogia a quanto praticato recentemente nel Gran Camposanto di Messina, dove il Comune sta mettendo all’asta antiche cappelle gentilizie abbandonate da decenni al degrado. Un’iniziativa, quella promossa in riva allo Stretto, che punta a soddisfare la richiesta di nuove sepolture, oltre a garantire il recupero delle cappelle che versano in stato di abbandono, recupero cui dovranno provvedere gli aggiudicatari delle gare, rispettando peraltro le prescrizioni dettate dalla Sovrintendenza di Messina.

Nel Cimitero di Milazzo, impiantato nel lontano 1888, sono diversi i sepolcreti e le cappelle gentilizie abbandonati al degrado perché di proprietà di famiglie che si sono estinte o i cui eredi si sono completamente disinteressati degli stessi sepolcreti e cappelle. Proprio qualche mese fa, a Messina è stata aggiudicata all’asta una delle cappelle più antiche del Gran Camposanto, la cappella Gatto-Cucinotta,  posta a base d’asta per il prezzo di circa 127.000 euro ed aggiudicata per 160.000. Non è l’unica concessione per la quale il Comunedi Messina ha proceduto alla revoca. Nel nostro Cimitero un’iniziativa simile non solo consentirebbe di restituire decoro ad alcune cappelle e sepolcreti in atto ridotti addirittura a cumuli di detriti e rifiuti, ma le centinaia di migliaia di euro che si introiterebbero dalle aste pubbliche dei rinnovi consentirebbero di procedere al restauro di numerosi posti distinti della porzione monumentale,  alcuni dei quali recano firme di artisti di nota fama, come lo scultore Rutelli,  o iscrizioni di pregio come quelle del Pascoli. Senza considerare il decoro che verrebbe restituito alle tombe di tanti nostri concittadini, al momento in condizioni di vergognoso degrado, con marmi divelti e frantumati. Un modo per garantire standard dignitosi alle sepolture in un momento di penuria per le dissestate casse comunali, che da questa operazione trarrebbero una bella boccata d’ossigeno. Ma soprattutto un modo per soddisfare, come a Messina, la pressante richiesta di nuove sepolture. E poiché gli introiti che si ricaverebbero con tale iniziativa sarebbero sicuramente cospicui,  vi sarebbe anche spazio per finanziarie gli oneri di manutenzione ordinaria del nostro Camposanto, tra tutti quelli relativi al giardinaggio ultimamente alquanto trascurato.

L’istituto della revoca  riguarda anche le concessioni perpetue. «A stabilirlo è  la sentenza n. 842 emessa dal Consiglio di Stato l’8 febbraio 2011. Infatti, con la disposizione di cui all’art. 93 del regolamento governativo approvato con D.P.R. n.803/1975 (il cui contenuto è stato poi ripetuto nell’art. 92 del D.P.R. 10.9.1990 n.285), il legislatore, dopo aver precisato che le concessioni cimiteriali rilasciate dopo l’entrata in vigore del regolamento non possono avere una durata superiore ai 99 anni, salvo rinnovo, prevede per quelle anteriori, di durata superiore ai 99 anni (dunque anche quelle perpetue), la facoltà di revoca da parte del Comune quando siano trascorsi 50 anni dalla tumulazione dell’ultima salma, quando verifichi una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno (si ricorda che a Milazzo possono essere seppelliti solo i residenti nel Comune) e non sia possibile provvedere tempestivamente all’ampliamento o alla costruzione di nuovo cimitero, condizione quest’ultima presente a Milazzo, considerato lo stato di dissesto finanziario che non agevola la realizzazione di nuove opere pubbliche. Peraltro la giurisprudenza del Consiglio di Stato (sez. V, 11/10/2002 n. 5505) è pacifica nel senso di assimilare le concessioni perpetue a quelle di “durata superiore a 99 anni”».

Problematica risulta ovviamente l’identificazione degli eredi dei sepolcreti e delle cappelle cui indirizzare la comunicazione di avvio del procedimento amministrativo, visto che trattasi in gran parte di strutture ultracentenarie. In tal caso basterebbe procedere analogamente agli uffici comunali di Messina, che hanno provveduto in tali casi a dare ampia comunicazione del suddetto avvio con pubblicazione per 90 giorni all’albo pretorio dell’ente, con notifica a mezzo stampa e anche con affissione di apposito avviso al cancello della cappella o del sepolcreto interessato dal procedimento amministrativo di revoca.

Facendo riferimento invece agli antichi posti distinti, si invitano infine Amministrazione e tecnici comunali,  visto che la Sovrintendenza avrebbe vincolato recentemente soltanto alcuni e non tutti i loculi della porzione monumentale, a non procedere comunque ad una revoca sistematica ed indiscriminata delle concessioni dei posti distinti di tale porzione, prescindendo cioè dai canoni storico-estetici e dalle regole di buonsenso dettate invece dalla stessa Sovrintendenza per i loculi oggetto di vincolo: la circostanza che non tutti i loculi siano stati vincolati non può comunque autorizzarci a smantellare la storicità e il fascino dei posti distinti ultracentenari non vincolati, i quali meritano comunque tutela, proprio perché testimonianze storiche, ancorché non sottoposte a vincolo. Non possiamo distruggere le tombe dei nostri patrioti o comunque quelle di cittadini vissuti ben due secoli fa,  sol perché non sottoposte a vincolo dalla Sovrintendenza. Revoca si, ma senza esagerare. La porzione monumentale del ns. Cimitero è un bene culturale da tutelare e preservare, quand’anche sia assente il provvedimento di vincolo. Facciamo dunque prevalere il buon senso, applicando anche a questi loculi, in caso di revoca di concessioni perpetue, le norme dettate dalla Sovrintendenza per la tutela delle tombe oggetto di vincolo storico-artistico. Ci dispiacerebbe non poco se un domani i posti distinti della porzione monumentale diventassero una sorta di scacchiera arlecchinesca con tanto di marmi neri luccicanti posti, in sostituzione di quelli bianchi antichi, a copertura di loculi abbandonati al degrado e dunque soggetti a revoca, ma non sottoposti appunto a tutela della Sovrintendenza».

lunedì 27 gennaio 2014

Portualità

Sommario:
1. Progetto di portualità per Milazzo
2. Perchè la contrarietà al tunnel Porto-Ciantro e quale proposta alternativa.



1. Progetto di portualità per Milazzo

Promuovere l’adozione del Piano Regolatore del Porto presentato dall’Autorità Portuale nel 2006, sostenendo l’indirizzo esclusivamente turistico dello specchio d’acqua e delle banchine comprese tra il Molo Marullo e l’ex Hotel Silvanetta, nell’ambito del “Grande Porto” che si estende sino alla foce del torrente Muto.

Allo scopo di promuovere lo sviluppo turistico della città, favorire in via stabile e definitiva il crocierismo nella porzione terminale del Molo Marullo, implementando – d’intesa con l’Autorità Portuale - tutte le infrastrutture necessarie (nuove banchine, terminal crocieristi, etc.) ad assicurare l’accosto delle navi da crociera di medie e piccole dimensioni, assicurando alla vicina Messina l’approdo di quelle di grandi dimensioni.

Deciso NO al transito dei mezzi pesanti nel nostro porto. Accelerare l’evacuazione del lungo tratto di banchina ubicato tra gli uffici del Mulino Lo Presti ed un buon tratto di via Nino Bixio dal traffico siderurgico, che in atto comporta un notevole ricorso al traffico gommato da e per l’Acciaieria di Giammoro (un autotreno trasporta appena 6 delle centinaia di blumi attualmente accatastati nel suddetto tratto di banchine) con consequenziale appesantimento del traffico veicolare e dell’inquinamento nel centro urbano. Contestuale trasferimento in tale tratto di banchina del traffico RO/RO (navi traghetto) da e per le Eolie, rafforzando così la vocazione turistica della nostra portualità.

Respingere energicamente al mittente qualsivoglia ipotesi di collegamento della nostra città con la portualità di Salerno e peggio ancora con quella di Gioia Tauro. Non sarà consentito subordinare la vocazione turistica del territorio alle logiche del trasporto gommato con l’inevitabile appesantimento che quest’ultimo comporterebbe in termini di traffico veicolare e di impatto ambientale.

Favorire, allo scopo di decongestionare il traffico cittadino, il collegamento tra l’uscita dell’asse viario di contrada Ciantro e piazza Marconi, prevedendo la costruzione di un’economica e normalissima arteria stradale nei terreni ubicati tra il bar della vecchia stazione ferroviaria ed i vecchi depositi della ditta Saccà, riproponendo in chiave moderna il progetto comunale degli anni Novanta che prevedeva – al costo di appena 250 milioni di vecchie lire – un collegamento analogo e bocciando definitivamente il protocollo d’intesa siglato nel 2013 tra l’Amministrazione Pino e l’Autorità Portuale per la costruzione di un faraonico collegamento ipogeo (tunnel), di oltre 10 milioni di euro, tra il Porto e l’uscita dell’asse viario di Ciantro, contrada da sempre soggetta ad allagamenti anche a seguito del più banale acquazzone estivo. L’arteria di collegamento sopra proposta sarà realizzata sempreché nel frattempo non venga appaltata la costruzione della moderna e funzionale arteria di collegamento prevista tra l’uscita dell’asse viario di Ciantro e piazza Marconi nell’ambito dell’istituendo parco commerciale “ex Montecatini”, in cui è prevista altresì la costruzione di due imponenti aree di parcheggio che il privato, come da convenzione, cederà al patrimonio comunale.

Dirottare gli ingenti fondi che il Comune vorrebbe oggi destinare alla costruzione del tunnel di cui sopra (oltre 10 milioni di euro) alla ristrutturazione del Mulino Lo Presti da adibire a “Città del Mare” in cui ospitare tutte le attività commerciali private connesse alla portualità, alla pesca ed alla nautica da diporto ed i relativi uffici pubblici. Allo scopo di attirare le attività commerciali entro i fabbricati dell’industria molitoria saranno stipulati contratti di locazione agevolati, ossia contratti decennali d’importo mensile ridotto di 100 euro rispetto a quelli stipulati con i proprietari dei locali in cui attualmente vengono ospitate le stesse attività commerciali. La “Città del Mare” sarà dotata di un ampio e capace parcheggio multipiano, in cui la sosta a pagamento garantirà un buon numero di stalli riservati prioritariamente nelle ore notturne agli utenti delle manifestazioni culturali che si svolgeranno al Castello, dove gli stessi utenti saranno condotti attraverso un efficace ed efficiente servizio di bus navetta che farà la spola tra la cittadella fortificata, il parcheggio multipiano del Mulino Lo Presti ed i due vasti parcheggi comunali del parco commerciale “ex Montecatini”. Ciò consentirebbe peraltro di abbandonare definitivamente ipotesi alquanto recondite come quelle dei collegamenti pedonali meccanizzati tra il Tono ed il Castello e tra Vaccarella e lo stesso Castello. Il pian terreno del parcheggio multipiano di cui sopra sarà in parte destinato ad ospitare le società di noleggio auto (Avis, Maggiore, Hertz, etc), in atto sprovviste di adeguati parcheggi con conseguente congestionamento del traffico veicolare nel centro cittadino.  I proventi dei canoni di locazione dei ristrutturati locali del Mulino Lo Presti, unitamente ai proventi prodotti dal parcheggio multipiano, saranno destinati a garantire la gestione degli spazi comuni (pulizie, sorveglianza, etc.), creando un congruo numero di posti di lavoro ricoperti da personale in attesa di prima occupazione, reclutato dagli uffici comunali tramite selezione pubblica caratterizzata dalla massima trasparenza.

Istituire un ticket a carico di coloro che s’imbarcano sulle navi e gli aliscafi in partenza per le Eolie, ad esclusione dei viaggiatori residenti a Milazzo e nelle stesse isole. Un supplemento al biglietto di 50 centesimi emesso dalle compagnie di navigazione, che dovrebbero successivamente versare le somme al Comune. Ciò in modo da alleviare i costi che da sempre i Milazzesi sostengono a causa della posizione privilegiata della nostra città quale porta naturale delle isole Eolie. Basta dare uno sguardo ai conti del nostro bilancio per comprendere quanto si spenda annualmente al fine di garantire la presenza della polizia municipale tra primavera ed autunno nella cortina del porto, ma anche per la manutenzione delle strade della stessa cortina usurate dal transito dei mezzi pesanti (basti pensare tra tutte alla via dei Mille). Un introito, quello del ticket, che consentirebbe di dare una mano alla penuria delle casse comunali e soprattutto di migliorare la qualità dei servizi offerti ai numerosissimi turisti che - soprattutto in estate - transitano nel nostro porto per dirigersi alle Eolie. 


2. I motivi della contrarietà al tunnel di collegamento Ciantro-Porto

Con deliberazione n. 29 dell’11 aprile 2013 la Giunta comunale di Milazzo ha approvato un protocollo d’intesa concluso con l’Autorità Portuale di Messina al fine di avviare le procedure rivolte alla realizzazione di una bretella viaria per il collegamento tra l’asse viario della città di Milazzo ed il porto della stessa, in modo tale da fluidificare l’accesso al porto medesimo, migliorando nel contempo la qualità della viabilità urbana.


La suddetta bretella viaria di collegamento tra contrada Ciantro (uscita Asse Viario) e il Porto sorgerebbe in una porzione del territorio comunale di Milazzo da sempre soggetta ad allagamenti già ai primi acquazzoni di fine estate. A tal proposito, la balzana quanto faraonica opera pubblica prevede la costruzione di un tunnel «con attraversamento per via ipogea del fascio ferroviario oggi dismesso». Non poche sono le perplessità che suscita una tale bretella viaria: ci si domanda, ad esempio, quale sia la necessità di attraversare il fascio ferroviario per via ipogea se lo stesso risulta dismesso ormai da decenni. Peraltro per la realizzazione dell’opera si ipotizza un «costo non inferiore ai 10 milioni di euro». Quel che è certo è che lo studio di fattibilità sarà immediatamente eseguito con finanziamento della stessa Autorità Portuale. Notevoli perplessità sorgono poi in merito ai rischi concreti di allagamenti cui sarebbe inevitabilmente sottoposto il tunnel, visto che Ciantro e la vicina S. Paolino sono notoriamente le due contrade poste in prossimità della foce dell’antica “Fiumarella”, il letto fluviale che dall’omonima contrada sfociava in tempi antichi al Porto, in prossimità del Ponte di Milazzo di garibaldina memoria. Ragione, questa, che giustifica il convogliamento di ingenti quantitativi di acqua piovana proprio a Ciantro e S. Paolino, periodicamente soggette a notevoli allagamenti anche in periodo estivo.

Bisogno altresì considerare che l’ubicazione della bretella viaria di collegamento, che ha lo scopo di fluidificare l’accesso al porto, viene prevista in una porzione del territorio comunale (c.da Ciantro) in cui sta per sorgere un grande centro commerciale (ex Stabilimento Montecatini), dove il volume del traffico autoveicolare sarà inevitabilmente destinato ad aumentare in modo esorbitante, rendendo di conseguenza vane le finalità di fluidificazione del traffico che la predetta bretella viaria si propone.

La citata bretella viaria, prevista dal vigente strumento urbanistico portuale, nonché da quello in corso di adozione, se da un lato si propone di fluidificare il traffico in entrata ed in uscita dal porto di Milazzo, decongestionando le arterie stradali del centro cittadino, dall’altro presterebbe inevitabilmente il fianco alla speculazione del traffico gommato, in particolare ai progetti di collegamento via mare di Milazzo coi porti di Salerno e Gioia Tauro ad opera di compagnie di navigazione che in passato sono state intralciate dal sindaco protempore attraverso l’adozione di ordinanze che inibivano il traffico ai mezzi pesanti proprio in quelle arterie stradali del centro cittadino che adesso, con la predetta bretella viaria di collegamento, non potrebbero più svolgere quella naturale azione di tutela e salvaguardia del territorio che sino ad oggi ha salvato Milazzo dall’invasione degli autotreni da e per Gioia Tauro, vanificando, con l’avanzata di un utilizzo perlopiù commerciale del porto milazzese, le scelte urbanistiche portuali che impongono invece uno sviluppo turistico dello stesso porto.

Inoltre, le recenti scelte urbanistiche recepite nell’adottando Piano Regolatore del Porto di Milazzo non fanno altro che accentuare un indirizzo quasi ed esclusivamente turistico al porto milazzese, come attesta peraltro la progettazione di imponenti infrastrutture portuali adibite al ricovero di navi da crociera che attualmente approdano nell’inadeguato Molo Marullo. E come attesta anche il recente appalto, aggiudicato con ingenti fondi statali, il quale – una volta superati i contenziosi innanzi la giurisdizione amministrativa -  si concretizzerà con l’inaugurazione di un nuovo e moderno pontile commerciale in località Giammoro di Pace del Mela, dove verrà dirottato il traffico portuale siderurgico (blumi diretti alle acciaierie Duferdofin) che in atto ostruiscono gran parte della banchina XX Luglio del porto di Milazzo.

Merita un discorso a parte la viabilità del nuovo parco commerciale. Con provvedimento n. 8 del 7 agosto 2013 il commissario straordinario del Comune di Milazzo, nominato in sostituzione del consiglio comunale, ha approvato variante al PRG in riferimento alla costruzione del parco commerciale sopra citato, grazie al quale il Comune di Milazzo, in virtù di apposita convenzione, diventerà proprietario delle opere di urbanizzazione primaria finanziate dal privato proprietario del medesimo parco commerciale (Caronte & Tourist Spa), nella fattispecie, tra l’altro, due grandi aree di parcheggio (per un totale di n. 237 stalli) poste in prossimità del nuovo terminal portuale per le partenze con navi traghetto ed una ampia strada di collegamento a due corsie che collegherà l’imbocco dell’asse viario con la piazza Marconi in cui è ubicata la vecchia stazione ferroviaria, a sua volta ubicata proprio di fronte all’uscita del citato terminal partenze navi traghetto; un collegamento che dunque collega agevolmente l’asse viario ed il porto, da realizzarsi, unitamente ad altre opere di urbanizzazione primaria, sul dismesso tracciato ferroviario di proprietà RFI Spa;

Malgrado l’opposizione di parte dell’opinione pubblica, le citate amministrazioni pubbliche persistono nell’intento di realizzare un’opera di dubbia utilità, un tunnel ipogeo che il Comune – nonostante la costruzione di una strada di efficace collegamento inserita nelle suddette opere di urbanizzazione primaria - dovrebbe finanziare peraltro in misura superiore al 50%, individuando le necessarie fonti di finanziamento entro e non oltre 12 mesi dalla data di sottoscrizione del relativo protocollo con l’Autorità Portuale, pena la perdita dei 3 milioni di euro già stanziati da quest’ultima.

Ma c’è di più. In luogo di un «attraversamento per via ipogea del fascio ferroviario oggi dismesso» (che comporterebbe inevitabilmente un dilapidamento di risorse pubbliche, invero inaccettabili in un periodo di crisi qual è quello attuale), il collegamento tra c.da Ciantro ed il Porto potrebbe essere agevolmente assicurato dalla costruzione di una normalissima e di gran lunga più economica arteria stradale ubicata nell’area posta in prossimità della vecchia stazione FS, nella fattispecie l’area compresa tra il bar dell’ex stazione (in atto impiegato quale deposito di reperti archeologici da parte della Sovrintendenza di Messina) e gli “ex depositi Saccà” di via De Gasperi.

Una tale forma di collegamento non rappresenterebbe una novità per i Milazzesi, visto che il programma triennale delle OO. PP. adottato 15 anni fa con delibera consiliare n. 90 del 29 settembre 1998 prevedeva infatti la realizzazione di una «strada di collegamento tra piazza Marconi (vecchia stazione FS) e via Ciantro». Costo dell’opera previsto dal progetto preliminare appena 250 milioni di vecchie lire. La «riproposta congiungente – si legge nell’allegata relazione – [era] stata suggerita dai progettisti del PUT per la sua valenza di alleggerire il traffico verso il Porto degli autoveicoli provenienti dall’Asse viario». Così ancora la suddetta relazione: «con la realizzazione dell’opera oggettivata viene dato ampio respiro all’asfittica circolazione della zona interessata da un eccessivo traffico veicolare nella via Ciantro, soprattutto nelle ore di punta, evitando in tal modo l’annoso problema dell’intasamento della via S. Paolino, via Migliavacca e Col. Magistri. Inoltre la stessa costituirà un valido collegamento tra l’Asse e la zona portuale». Infine, precisazione da non sottovalutare, si precisava che l’opera sarebbe stata «realizzata nel rispetto delle previsioni del vigente PRG del Comune di Milazzo».

In conclusione, tutto ciò premesso, piuttosto di ostinarsi alla improbabile costruzione di un tunnel «con attraversamento per via ipogea del fascio ferroviario oggi dismesso», gli enti sopracitati (Comune di Milazzo ed Autorità Portuale) farebbero bene a dirottare uno sforzo finanziario così ingente  - si ipotizza un «costo non inferiore ai 10 milioni di euro» - alla realizzazione di una normalissima arteria stradale di collegamento (come sopra proposta) e soprattutto alla tanto auspicata Porta del Mare, ossia il Mulino Lo Presti, onorando finalmente l’impegno assunto dal Comune al momento dell’acquisto del mulino stesso, che s’intendeva già allora destinare a servizio della portualità, convogliandovi gli uffici della Guardia Costiera, della Dogana, della stessa Autorità Portuale (che peraltro ha necessità di restaurare i propri locali nel Molo Marullo), le agenzie marittime, i negozi di nautica, etc., creando così un polo servizi asservito in tutto e per tutto al porto, che potrebbe essere anche dotato di un ampio parcheggio multipiano da realizzarsi entro il perimetro della stessa industria molitoria.