mercoledì 4 marzo 2015

Per una Casa dell'Agricoltura

Salvare contestualmente il mattatoio comunale di Fiumarella e le storiche istituzioni agrarie di Milazzo che cercano casa, contribuendo allo sviluppo del vivaismo, della produzione vinicola e dell'enoturismo.


I paradossi di Milazzo. Da un lato gli sforzi erculei dell’imprenditoria locale per rilanciare la vitivinicoltura, l’enoturismo, ed il vivaismo (non solo quello viticolo) con l’ottenimento della denominazione d’origine controllata per il “Mamertino di Milazzo”, l’impianto di nuovi vigneti sui panoramici strapiombi mozzafiato della Baronia e la pubblicizzazione dello stesso Mamertino al Vinitaly. E di quanto erculei siano tali sforzi ne sa qualcosa Alessio Grasso, la cui azienda di c.da Albero in più d’una occasione è stata messa in ginocchio dalle alluvioni ormai diventate una routine. Senza peraltro dimenticare gli sforzi, altrettanto erculei, di chi (è il caso di Marco Siracusano) ha introdotto a Milazzo la cultura della fattoria didattica, portando le scuole nei campi, o di Giuseppe Alessio Maimone, il tenace vivaista che se da un lato ha innovato il vivaismo viticolo della Piana, garantendone la sopravvivenza, dall’altro ha tentato di rilanciare coi colleghi l’intero comparto vivaistico, che abbraccia anche l’importantissmo settore delle piante ornamentali. E senza nemmeno dimenticare le magie floreali del maestro Carmelo Antonuccio, conosciute ed apprezzate in ogni angolo d’Italia. Ma c’è l’altra faccia della medaglia. Quella delle istituzioni. A partire dalla scuola, quell’istituto agrario di via Due Bagli che non viene tenuto nella giusta considerazione da una città distratta che addirittura si fa scappare, piuttosto che tutelarle e moltiplicarle, le già povere istituzioni agricole cittadine. Tutte in fase di trasloco, dirette perlopiù nella vicina Barcellona  Pozzo di Gotto, dalla Condotta Agraria (a Milazzo sin dagli anni Trenta) agli uffici fitosanitari dipendenti da Acireale. E, ciliegina sulla torta, pronta a fare le valigie è persino l’ex Cantina Sperimentale, a Milazzo sin dal 1903, storica istituzione agraria cui recentemente si deve la nascita dei cloni delle uve da vino dell’Isola, quegli stessi cloni che oggi costituiscono le colonne della possente produzione enologica siciliana.

Non è soltanto una questione di prestigio. Il loro trasferimento è soprattutto un disagio per l’utenza. La Cantina Sperimentale di Milazzo, oggi sezione periferica dell’Istituto Regionale Vini e Oli, è organismo di controllo e certificazione riconosciuto dal ministero per i vini D.O.P. e I.G.P. e fornisce assistenza a tutte le aziende della provincia di Messina, e non solo, quale unico laboratorio di riferimento “accreditato” per le analisi enochimiche, al fine di migliorare e garantire gli standard qualitativi che il mercato richiede. Immaginate il disagio dei produttori del Malvasia delle Lipari: giunti a Milazzo dovrebbero spostarsi altrove per far analizzare i propri vini.

Trasferire altrove tutti questi enti significherebbe far venire meno, o comunque indebolire notevolmente, le ambizioni di rilancio dell’agricoltura milazzese, ambizioni che avranno peraltro una ricaduta in termini turistici e occupazionali: tra tutti basti come esempio il prestigioso marchio Planeta, che nei panoramici vigneti della Baronia presto imbottiglierà le prime bottiglie di Mamertino, potendo coniugare agricoltura, riscoperta delle tradizioni ed enoturismo.

Spiace che ad oggi le varie forze politiche non abbiano prestato la giusta e doverosa attenzione a queste problematiche. A tal proposito ci piacerebbe conoscere il pensiero dei diversi candidati alle prossime amministrative. Spiace, poi, che non si riescano ad individuare locali dignitosi in cui destinare i suddetti uffici pubblici. Eppure i locali ci sono. Lo scorso ottobre ponevo un interrogativo: è giustificabile l’abbandono di un fabbricato di recente costruzione quand’anche destinato alla dismissione? Mi riferivo al nuovo mattatoio comunale di via Sardegna (c.da Fiumarella), sorto per sostituire quello di via Regis. La prima volta venne messo in vendita dall’Amministrazione Italiano nell’ormai lontano 2008. L’asta andò deserta, ma l’immobile continuò ad essere inserito inutilmente nel piano delle alienazioni. Da ultimo con delibera di Giunta comunale n. 115 del 30 ottobre 2012. Gli immobili (mattatoio vero e proprio ed alloggio del custode) sono stati nel tempo presi di mira dai vandali, come emerge ad esempio dagli infissi divelti o addirittura involati. Da parte sua il Comune ha tentato, purtroppo non sempre, di porre rimedio ai vandalismi murando persino qualche apertura, ma mai dotando l’area di videosorveglianza e di una recinzione seria. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, devastazioni vandaliche e abbandono. E ad andare vandalizzati sono stati anche gli arredi scolastici – alcuni nuovi di zecca - che il Comune nel frattempo ha deciso di immagazzinare nel mattatoio, unitamente a cartelli pubblicitari di attività commerciali private verisimilmente oggetto di sequestro da parte delle forze di polizia municipale. Nel frattempo l’immobile continua a deperire, a sparire e a degradarsi, pregiudicando il suo valore economico-commerciale in vista dell’ennesima asta. Un bene che comunque avrebbe potuto essere oggetto di maggiori attenzioni da parte degli amministratori dell’ultimo decennio, quanto meno destinandovi qualche ufficio o unità lavorativa, garantendo così un minimo di presidio diurno ed assicurando nel contempo maggiore dignità al complesso di fabbricati del nuovo mattatoio, che – con la crisi attuale che mette in ginocchio il mercato immobiliare – sarà destinato a restare nella disponibilità del Comune di Milazzo chissà per quanti anni ancora. Soluzione, quella appena suggerita, che l’ente è ancora in tempo a mettere in pratica, quanto meno per un senso di religioso rispetto nei confronti del bene pubblico e del denaro della collettività. L’occasione è offerta proprio dai suindicati enti in cerca di nuova casa: il mattatoio potrebbe così diventare la Casa dell’Agricoltura, ospitando il vasto laboratorio dell’ex Cantina Sperimentale, nonché gli annessi uffici, la storica Biblioteca e la stupenda collezione di bottiglie di vini, oltre alla Condotta Agraria ed agli uffici fitosanitari. E perché no potrebbe ospitare anche un piccolo Museo Contadino, sfruttando tra l’altro le storiche bottiglie dell’ex Cantina Sperimentale, e le associazioni di categoria che riuniscono le imprese vivaistiche della Piana, elaborando così strategie comuni per rilanciare il vivaismo, oltre alla produzione enologica ed all’enoturismo, ponendo così le basi per un efficace marketing che consenta di promuovere adeguatamente le piante ornamentali della Piana sui mercati europei. 

Di seguito il vasto laboratorio e le storiche bottiglie dell'ex Cantina Sperimentale. Più in basso le condizioni di degrado in cui in atto versa il mattatoio di Fiumarella:








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martedì 3 marzo 2015

Tutela e promozione del vivaismo

Nella Piana è già tempo d'innesti. Da oltre 120 anni. A Milazzo il vivaismo, e non solo quello viticolo, è presente e futuro, non solo passato. Nei programmi elettorali mi auguro che vengano affrontate, ed in maniera seria, almeno le seguenti problematiche:
a) la tutela della ex Cantina Sperimentale, che rischia di trasferirsi altrove: Milazzo non può e non deve perdere l'istituzione che ha promosso in passato lo sviluppo del vivaismo viticolo;
b) la promozione, attraverso sostegni economici destinati a campagne pubblicitarie e partecipazione a fiere, dell'attività vivaistica locale sia nei mercati nazionali che esteri;
c) l'istituzione del Museo della Barbatella, con annessa esposizione di prodotti vivaistici, dagli alberi d'ulivo ornamentali alle piantine d'agrumi, etc. etc. nel luogo più frequentato dai turisti, ossia il Castello, per promovere anche a casa nostra le numerose attività vivaistiche locali;
d) far tornare a Milazzo convegni ed eventi di rilievo nazionale come il MIVA.

lunedì 2 marzo 2015

Per un Museo della Tonnara

Sin dall'adolescenza ho sentito parlare della necessità d'istituire a Milazzo un Museo della Tonnara. Tutto iniziò da una bella mostra allestita nel 1989 nei portici del Diana: in quell'occasione l'allora sindaco Cartesio fece anche trasferire i palischermi del Tono di fronte al municipio. Successivamente sarebbe giunta anche la richiesta di finanziamento per un Museo della Tonnara negli antichi arsenali del Tono, fondi (cospicui) purtroppo recentemente restituiti al mittente. Eppure l'idea d'istituire in città un Museo della Tonnara oggi riemerge prepotentemente, grazie ai reperti raccolti in questi ultimi anni dallo scrivente e dall'associazione Tono Solemare. Per i locali, visto che l'unico magazzino disponibile all'Angonia è in atto diroccato, si potrebbe rimediare con due vasti saloni dell'ex Monastero delle Benedettine, all'interno della cittadella fortificata e (come attesta la foto in basso) con splendida vista proprio sul Tono. Considerando che i suddetti saloni sono al momento stanzoni vuoti, sarebbe a mio parere un'ottima idea per arricchire l'offerta turistica soprattutto nei mesi estivi, salvaguardando nel contempo la memoria storica del Tono e non solo. Ovviamente nessun onere nell'immediato a carico del bilancio del Comune, che nel frattempo avrebbe tutto il tempo necessario per pensare all'espropriazione, alla progettazione preliminare ed all'inoltro della richiesta di finanziamento per il restauro dell'ultimo magazzino superstite degli antichi arsenali della Tonnara del Tono all'Angonia.


Il locale che potrebbe ospitare al Tono il Museo della Tonnara confina 
col ristorante-sala convegni "La Muciara"